Una parente della nonna, figlia di terze cugine era finita a fare la
serva nella cucina imperiale, all’Hofburg di Vienna. Il suo compito era quello
di pelare patate, tritare verdure, lucidare gli argenti.
Non aveva responsabilità in cucina, dava una mano come manovalanza
generica.
L’imperatrice (parliamo di Sissi) aveva le sue dame e cameriere
personali, manco sapeva chi lavorava in cucina. Era molto esigente e fissata
con la linea, amava tanto i dolci ma non li mangiava perché aveva paura di
ingrassare. Un giorno la cameriera dell’imperatrice era andata in cucina a
vedere se la cuoca era in grado di preparare un dolce, non di quelli soliti
però, un qualcosa di nuovo ma soprattutto dietetico. La povera serva era da
sola con un paio di camerieri e la sguattera perché la cuoca stava male. Il
capo cameriere aveva risposto “ja, ja” senza batter ciglio, poi si era rivolto
alla ragazza e le aveva detto senza mezzi termini: “inventa qualcosa e subito”.
Presa dal panico la servetta non riusciva a ricordare nessun dolce visto
preparare dalla cuoca, di suo lei conosceva solo il dolce povero che faceva la
sua mamma. Si rassegnò a preparare quello: fagottini di pasta fatta con acqua e
farina, senza zucchero né uova ripieni di mele, zibibbo e cannella.
Una
volta fatti, i fagottini andavano cotti in acqua bollente e conditi con un po’
di burro fuso zucchero pane grattugiato e cannella. L’imperatrice gradì
moltissimo quei ravioli alla mela, tanto che li fece preparare più e più volte.
La servetta venne richiamata a casa perché la mamma – cugina della mia nonna –
aveva preso il tetano e stava morendo. Come ringraziamento per la buona
ricetta, la Sissi aveva regalato un piatto da portata ovale. Quando la nonna si
è sposata, nel 1898, la parente le aveva regalato il piatto come dono di nozze.
Chissà
se è andata proprio così, di sicuro io ho sempre visto in casa quel piatto ed è
sempre stato trattato con riverenza e riguardo. Per noi tutti è il piatto
dell’imperatrice e viene usato, da sempre, per Natale e per i crostoli di
carnevale.
Anche quest’anno sarà sulla tavola il
giorno santo.
(Tratto
da La casa lungo la ferrovia)
Nessun commento:
Posta un commento