Cui a vivia enciamò
par la strada di San Zuàn
davòur di chej murs
pierdùsa ta l'aria inglasada?
A bat na ciampana.
I soj muart.(1)
Questi versi sono tratti da "La meglio gioventù", l'ho scelta perché oggi è il giorno di ricordo dei defunti. Un giorno particolare per tutti coloro i quali hanno avuto a che fare con la morte. Esiste qualcuno che non l'ha incontrata? Proprio no. In questa giornata io mi sento particolarmente in sintonia con quanti hanno lasciato questo mondo, da anni ormai non mi pongo più troppe domande, tipiche di un'età adolescenziale dove vorresti sapere che cosa si prova a morire e dove si va dopo morti. Queste domande le lascio ai più giovani, mi limito a ricordare, a far rivivere quanti ci hanno lasciato attraverso le loro immagini, alcuni oggetti che sono loro appartenuti, alcuni scritti.
In questa giornata, ho molti cari da ricordare e tra loro c'è anche Pierpaolo. Lo chiamo in maniera amichevole così. La piccola poesia che ho scelto di mettere come incipit sembra una profezia, io sono morto. Esattamente cinquanta anni fa succedeva, e lui è morto come i racconti delle tante vite violente che ha narrato.
Si sta facendo un gran baccano attorno a questa morte e in occasione dei cinquant'anni molti hanno parlato presumendo di sapere che cosa avesse detto o pensato o tramato Pierpaolo.
E' stato per me un maestro, prima di tutto di poesia. Le sue poesie hanno funzionato per me come viatico educativo, raccontano la vita, quella vera, la spiritualità profonda, l'amore.
Maestro nei suoi scritti politici, in tutto ciò che prevedeva e che oggi si realizza puntualmente: era un intellettuale a tutto tondo e non si lasciava intimorire da chi pretendeva di farlo tacere. I suoi film, crudi e fastidiosi sono stati lo specchio di una realtà che al mondo perbenista e borghese stava molto scomoda.
E poi che dire de Il sogno di una cosa, il nostro Friuli tanto amato. L'ho riletto da poco e rivedo i luoghi, amo questa terra, rivedo quel ragazzo assieme alla sua amata Susanna, l'amore per la madre, l'amore per la lingua friulana, per gli amici di paese.
Sono molto d'accordo con quanto dice Ascanio Celestini, oggi stesso la RAI ripropone "Museo Pasolini". Celestini sostiene che tutti vogliono far parlare Pasolini ma pochi attingono effettivamente a quello che ha scritto, e lui ha scritto tantissimo. Celestini cerca di dar voce al vero Pasolini, per questo mi sento di ringraziarlo. Del resto, anche Celestini fa teatro civile così come Pierpaolo faceva poesia civile.
Lo ricordo e rileggo Poesia in forma di rosa e si, aveva un rapporto particolare con la morte, anche con la sua di morte. Chissà se viene studiato Pierpaolo alle superiori, chissà ...
(1)Chi vive ancora per la strada di San Giovanni, dietro quei muri persi nell'aria ghiacciata? Batte una campana. Sono morto. Tratto da La nuova gioventù, Torino, Einaudi 1975, parte prima: La meglio gioventù (1941-43) p 19

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