24 ottobre 2025

NONNITUDINE A VICENZA CON I NIDI

 


Vicenza. Una splendida sala presso l'ex Centrale del Latte.
A prendermi per mano e accompagnarmi nel percorso di presentazione del libro "Da madre a nonna" Rossana Bernardinello,  coordinatrice psicopedagogica, consulente e formatrice.
La sala piena di nonne e nonni e tante educatrici.
Il taglio proposto da Rossana è stato spiccatamente psicopedagogico, una sorta di viaggio all'interno di tutte le possibilità di vivere la dimensione della nonnitudine senza trascurare l'approccio legato ai nidi.
Si è parlato tanto di educatrici e nidi, argomento da me trattato con abbondanza nel libro e abbiamo colto l'occasione per recuperare stralci della nostra storia condivisa. Personalmente ho citato molto Maria Montessori, non potrebbe essere diversamente, ma anche Grazia Honegger Fresco che mi è stata maestra e dalla quale ho imparato moltissimo per quanto riguarda il delicato e splendido mondo legato ai nidi.
Il pubblico attento ha fatto domande centrate e competenti.
Rossana, con la sua delicatezza e curiosità si è dimostrata una ottima intervistatrice, mi sono sentita pienamente condotta per mano all'interno di un confronto bello e arricchente.
Le educatrici hanno vissuto questo momento come una pillola formativa; dal canto mio, ho imparato una volta in più tanto da loro, dalle loro domande, dai loro interventi.
Sono giornate intense in cui mi sono dedicata alla presentazione di questa mia ultima fatica, edita dalla casa editrice La Meridiana.
Ogni presentazione ha avuto il suo perchè, a Limena la centratura sulle nonne in divenire e sul rapporto con i genitori dei bambini e bambine; a Cavazzale una modalità più estemporanea, come ha ricordato Claudio Riva, quasi un filò .
A Vicenza una tappa formativa.
Grazie a quanti e quante hanno accolto con favore questo mio lavoro, è stato ovunque bello e stimolante, un bel viatico per questo manuale che spero possa essere di aiuto a molti e molte.

20 ottobre 2025

CONVEGNO OUTDOOR EDUCATION A GORIZIA


 Non peccherò di immodestia se confesso di essere molto soddisfatta per il convegno svoltosi sabato 18 ottobre a Gorizia. L'aula magna dell'Università di Trieste a Gorizia era stracolma. duecento partecipanti tra insegnanti, allievi di Scienze della Formazione, educatori. Un successone.

Seconda prova per ARPA FVG, dopo lo scorso anno l'esperienza si è ripetuta ma questa volta con tanto tanto valore aggiunto.

La parola d'ordine che ha consentito il successo è stata senza dubbio COESIONE. Avere una sala strapiena di sabato per un impegno durato dalle 9 del mattino alle 17,30 del pomeriggio è abbastanza eccezionale.

Il tema era senz'altro di altissimo interesse, insegnanti motivati, attenti, desiderosi di confrontarsi tra di loro e con chi ha condotto i laboratori.

Punta di diamante il professor Roberto Farnè che, intervistato dalla sottoscritta, ha illuminato le menti dei partecipanti dando spunti di riflessione e indicazioni pratiche su come muoversi all'interno del vasto mondo chiamato outdoor education.

Ritorno al concetto di coesione: il convegno è stato il punto di arrivo delle giornate dedicate all'educazione ambientale ma la forza è data dall'impegno di tutti gli enti regionali che si occupano di ambiente. Un lavoro costruito da un anno a questa parte con incontri puntuali per arrivare alla definizione di un Patto per l'educazione ambientale.

Personalmente sono cresciuta tantissimo in questo anno abbondante, ho conosciuto le varie realtà, ho incontrat mondi simili e al contempo diversi, ho potuto ascoltare punti di vista diversi e negoziare assieme a loro per arrivare alla scrittura di un documento comune. In quanto supervisore e coordinatore di progetto non posso che dirmi pienamente soddisfatta. Non sono mancate alcune piccole difficoltà soprattutto con elementi di tipo burocratico, ma il risultato è giunto.

Abbiamo creato un gruppo che sta volentieri assieme, il convegno è stato la degna conclusione di un cammino che sta appena iniziando. Non occorre dire che l'impegno è stato grande e il desiderio di continuare a lavorare assieme è forte e consapevole.

Il grazie va senza dubbio al gruppo LaREA di ARPA che ha messo a disposizione mezzi e risorse umane prime fra tutti Paolo e Giada senza nulla togliere ad Anna e Pietro, Francesco e gli altri.

L'Assessorato all'Ambiente ha creduto in questa possibilità e grazie ai fondi stanziati il tutto ha preso forma.

Stiamo già immaginando il prossimo convegno, sarà strepitoso e il grazie va a tutte le persone che hanno collaborato con tanta professionalità e passione.

La strada è appena inziata.

16 ottobre 2025

15 OTTOBRE GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'ALIMENTAZIONE

Giornata internazionale dell’alimentazione, il focus su tutte quelle persone che non riescono a nutrirsi a sufficienza, che vanno a letto senza cena e non per una punizione data dai genitori.

Il tema della fame nel mondo è antico e al contempo moderno, la FAO celebra i suoi ottant’anni e nonostante l’impegno di molti la piaga della malnutrizione non cala.

Abbiamo visto anche utilizzare la fame come arma bellica, a Gaza sono moltissime le vittime per fame e cito solo Gaza per stare nell’immediata attualità.

C’è poi un controaltare, l’allarme sventolato dai pediatri di tutto il mondo (o meglio dell’occidente economico) relativamente all’eccesso di nutrizione. Un bambino su 3 è in eccesso ponderale e dai dati del 2023 circa il 9% dei bambini e bambine sono obesi. Il nuovo rapporto Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children si basa su dati provenienti da oltre 190 paesi e rileva che la diffusione del sottopeso tra i bambini e le bambine di età compresa tra i 5 e i 19 anni è diminuita dal 2000, passando da quasi il 13% al 9,2%, mentre i tassi di obesità sono aumentati dal 3% al 9,4%.

C’è poi un altro dato ugualmente allarmante, l’incremento significativo dei disturbi alimentari in particolare anoressia e bulimia.

Il 30% delle persone colpite da un disturbo del comportamento alimentare ha meno di 14 anni. Molte diagnosi arrivano già tra gli otto e i 10 anni

Immaginiamo un alieno che osserva il pianeta terra, che idea si può fare di questo elemento bizzarro che viene chiamato uomo?

Milioni di persone malnutrite, milioni di persone sovranutrite. O si muore per mancanza di cibo o si muore per eccesso di cibo (per le patologie ad esso correlate).

Dove stiamo andando?

E’ davvero sconvolgente questo quadro che riguarda noi tutti.

Il mondo affamato è frutto dell’ingordigia del mondo ricco e sprecone. Ci sono convegni di ogni tipo e tentativi di sensibilizzazione sia per quel che concerne la fame nel mondo sia per le corrette indicazioni nutrizionali ma sembra che nulla riesca a scalfire la nostra comfort zone.

Vince il post narcisismo dove è importante soddisfare me stesso e la mia pancia, fare ciò che mi piace e soddisfa in barba al resto del mondo.

Come fanno a stare insieme obesità e morti per fame?

La risposta sta forse nelle patologie alimentari, nel desiderio di sparire di quanti non riescono a trovare una propria collocazione in questo mondo. Mangiare fino a scoppiare o sparire per l’eccessiva magrezza.

Non si può tagliare il problema con l’accetta, il tutto è estremamente complesso ma stare “sul pezzo” quando si va a fare la spesa o si mette un piatto in tavola potrebbe essere un buon inizio.

03 ottobre 2025

ANCHE IO HO RICAMATO PER GAZA



 Ho aderito alla campagna Arte tessile per Gaza, un' idea nata da Cristina Pedrocco ed Elena Gradara. Scrivere attraverso ago e filo i nomi dei bambini trucidati a Gaza.

Appena il Ricamificio di Forni di Sopra ha aderito e ha proposto a una rete di amiche di esserci, non ho esitato, ho voluto dare il mio contributo.
Tutti i nomi dei bambini e bambine sono stati  recuperati dalla lista pubblicata dal Washington Post e da Al Jazeera.
Tanti, troppi nomi, un numero impressionante. Le referenti hanno creato una sorta di staffetta: sono stati suddivisi i nomi  e ognuno e ognuna di noi ha ricamato con filo nero su di un lenzuolo bianco.
Il lenzuolo costituirà una sorta di sudario gigantesco, misurerà 250 metri e sarà portato nelle varie città italiane. Ci saranno 18,000 nomi e non sono ancora tutti. I numeri del massacro di questo genocidio sono da paura, mentre ricamavo con pazienza i miei nomi - avevo sei bambini da ricordare - confesso che le lacrime hanno bagnato il lenzuolo.
I "miei" bambini e bambine erano tutti al di sotto dei 10 anni.
Punto dopo punto sentivo la fatica di scrivere nomi per consegnarli al mondo, nomi di bambini che sono deceduti in maniera terribile, chi bombardato, chi vinto dalla fame.
Ho cercato di dare un senso a quanto stavo facendo, ho impiegato una settimana suddividendo i punti, dandomi un ritmo come fosse una preghiera, una novena da recitare. Ho ricamato in silenzio, senza alcuna distrazione, concentrata sul significato che questo gesto simbolico ha e potrà avere.
Le mani di tante donne, forse anche di qualche uomo, si sono mosse caute a disegnare con un filo nero, colore della morte, nomi di creature strappate alla vita, al respiro, alla gioia. 
Il futuro si cancella quando muoiono bambini, il mondo deperisce e quei nomi ricamati dalle mie mani si sono ampliati, le mie lacrime non sgorgavano solo per quei bambini ma anche per gli altri, per tutti i bambini e  le bambine del mondo vittime della follia della guerra e delle carestie.
Abbiamo ricamato una semplice tela bianca, abbiamo siglato con il colore nero i nomi di chi non c'è più. E' un mantra che mi sono ripetuta giorno dopo giorno.
Questo simbolo verrà portato in giro, verrà esposto come un sudario, chi avrà modo di incontrarlo ricordi che non si può rimanere in silenzio, non si può fingere che tutto ciò non accada.
Paradossalmente mi viene spontaneo citare un autore significativo, Primo Levi, che in apertura al suo libro La tregua utilizza una poesia:
(...) Meditate che questo è stato: 
Vi comando queste parole.
Scolpitele non vostro cuore
Stando in casa o andando per via
Coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli
O vi si sfaccia la casa
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi.
Le ha scritte chi ha vissuto l'olocausto, un ebreo che ha raccontato il dramma terrificante del nazismo.
Ricamando i nomi di quei bambini morti a Gaza, non posso che pensare al significato di ciò che gli israeliani stanno facendo, i figli del popolo eletto, i discendenti delle vittime dell'olocausto.
Meditate... non si può più stare in silenzio

Scritto mentre la Global Sumud Flotilla è stata fermata in acque internazionali dagli israeliani.



 

VIOLENZA SULLE DONNE: UNA GIORNATA PER DIRE “DEVO ESSERE LIBERA DI DECIDERE”

  Una giornata contro la violenza sulle donne è un simbolo e serve senza dubbio a far riflettere, ma abbiamo ancora tanta tanta strada da fa...